La Prova Generale

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La storia

Una madre, amante del dettaglio, mette gli asciugamani in tinta con le lenzuola e la carta igienica del bagno.

Un padre azzoppato vive nel rimpianto di un appassionato mestiere che non può più fare e tenta di tramandare le competenze della professione al figlio, un giovinastro scapestrato ma di buona volontà che perde facilmente la testa, ma è pieno di fantasia.

Tutti insieme si ingegnano, in modo molto originale e a dir poco stravagante, per far quadrare l’economia domestica, mentre un vicino di casa alquanto ficcanaso li spia e rischia di mettere a repentaglio l’agognato successo, ormai a portata di mano.

Vi sono pure una bella ma svampita fidanzata del figlio che sembra uscita da un fotoromanzo Lancio, che sogna l’attico con piscina e una donna misteriosa che porta trambusto nella quasi perfetta organizzazione casalinga.
Il tutto come si addice alle cronache dell’epoca ma che ci riporta al nostro quotidiano.

Lo spettacolo è graffiante sul conformismo borghese, un esempio di scrittura intelligente e sarcastica a metà tra il giallo e la pochade, che prende di mira con piglio brioso e divertente l’ italica arte dell’arrangiarsi e diventa occasione, in questi nuovi tempi di crisi e di attesa, per prenderci un po’ in giro con la necessaria leggerezza e ironia, senza suggerire, ovviamente, facili scorciatoie.

Lo spettacolo

Aldo Nicolaj diceva: Io non mi annoio perché so come intrattenermi. Ho uno straordinario giocattolo che mi tiene compagnia: il teatro.

Il teatro è un “gioco vero” dove il corpo, la voce, gli sguardi, i suoni, gli oggetti, creano relazioni ed emozioni vere.

Recitare in inglese è to play, in francese jouer: dunque “fare teatro” è giocare.
“La prova generale” è un giocattolo da scomporre e ricomporre nei modi più diversi e inaspettati per giocare il teatro, un testo ricco e divertente, ma anche complesso.

L’attenta lettura delle singole battute ci ha consentito di ricostruire i caratteri dei personaggi in scena che si rivelano allo spettatore con tutti i loro pregi e difetti, i loro desideri e le loro ambizioni, le loro manie e grettezze, suscitando sensazioni di commozione e incredulità, risate a crepapelle e turbamento.

Sei personaggi ben delineati, strutturati con puntuale ironia e graffiante umorismo, che evidenziano tutti i vizi e i luoghi comuni di una piccola borghesia intenta ad arrangiarsi in un’Italia in piena crisi economica e sociale.

Così, in questo gioco che intrattiene, è cresciuto giorno dopo giorno lo spettacolo: le quotidiane conversazioni tra la madre e il padre, i pianti della fidanzata, le imprese maldestre del figlio, le intrusioni del vicino impiccione … insomma la rappresentazione di una storia dove niente è come appare.

 

L’autore

Aldo Nicolaj (1920-2004) Commediografo particolarmente versatile e fecondo, esordì con opere di impegno sociale osteggiate dalla censura dell’epoca.

Nelle sue commedie, molto rappresentate all’estero (in Russia, per esempio, Classe di ferro e Farfalla… farfalla sono considerate quasi dei classici e vengono continuamente rappresentate), seppe sperimentare diversi stili, passando con disinvoltura dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo al teatro dell’assurdo.

Le commedie di Nicolaj sono caratterizzate da una critica ironica del modo di vivere contemporaneo, attraverso la descrizione della classe borghese e piccolo-borghese colta nella sua vita quotidiana. È stato anche apprezzato traduttore di opere teatrali straniere, soprattutto dal francese (Anouilh, Claudel, Duras).

Curatore di una riduzione teatrale di “Senilità” di Italo Svevo e de “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo, ha lavorato anche per la televisione collaborando nel 1967 con il regista Anton Giulio Majano e il poeta Attilio Bertolucci alla stesura della sceneggiatura dello sceneggiato televisivo “La fiera della vanità”, e curando nel 1969 la produzione per la RAI dello sceneggiato “I fratelli Karamàzov”, diretto da Sandro Bolchi.

Con Oreste del Buono e con il regista Franco Enriquez ha invece curato la sceneggiatura dello sceneggiato Resurrezione.

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